Vai al contenuto

Modello politico-pedagogico dei Centri Rousseau

Uno degli obiettivi principali di ogni esperienza è la creazione di un grande gruppo gestito con modalità antiautoritarie in cui si valorizzano le diversità con finalità di arricchimento reciproco. L’animazione e il divertimento sono al centro dell’azione pedagogica, insieme alla gestione collettiva delle incombenze che permettono la vita della comunità, e alla partecipazione attiva alle decisioni del gruppo. Grazie a questo tipo di esperienza, i/le ragazzi/e hanno la possibilità di sperimentarsi e di divertirsi insieme ai/alle propri/e coetanei/e, sviluppando autonomia, responsabilità e senso critico.

Il tempo libero è un terreno privilegiato di sperimentazione pedagogica, di ricerca di modalità comportamentali liberatorie, al di fuori di regolamenti predeterminati e di condizionamenti sociali imposti.

Per gruppo intendiamo un luogo di partecipazione attiva che permetta a ogni diversità di trovare proprie modalità di espressione e di incontrare accoglienza.

GRUPPO NON SI È, MA SI DIVENTA mettendo gli individui in condizione di conoscersi al di là di qualsiasi pregiudizio, di sviluppare relazioni affettive positive e di condividere il percorso di definizione delle regole che strutturano la vita della comunità. Se ho contribuito a creare una regola, sarà più difficile che io la trasgredisca.

Il gruppo diventa così un luogo di partecipazione attiva, che permette a ognuno di trovare le proprie modalità di espressione e di essere accolto per quello che è.

Si tratta di un modello di relazione che fornisce strumenti per potere scegliere e mettere in atto una modalità di cittadinanza attiva.


Gli strumenti pedagogici che hanno sempre caratterizzato le esperienze dei Centri Rousseau e che continueremo a utilizzare anche nelle nostre attività sono:

  1. Piccolo gruppo (strumento per arrivare all’autonomia intesa come cura di sé, e per arrivare al gruppo inteso come luogo di accoglienza)
  2. Corvées e banca (strumenti per arrivare all’autonomia intesa come responsabilizzazione)
  3. Assemblea, commissioni di lavoro, protagonismo dei ragazzi e delle ragazze e “passo indietro dell’adulto/a” (strumenti per arrivare all’autonomia intesa come autogestione del gruppo)
  4. Gruppi opzionali e cassa comune (strumenti per arrivare al gruppo inteso come luogo di valorizzazione delle diversità) laboratori e animazioni (strumenti per arrivare al gruppo inteso come luogo dell’espressività)
  5. Assemblea, commissioni di lavoro e “contratto” fra adulti/e e ragazzi/e (strumenti per arrivare al gruppo inteso come partecipazione attiva)